Antidoping, i controlli sono diminuiti del 95% durante il lockdown

Enorme calo dei controlli antidoping durante la pandemia. Oltre ad aver fermato il ciclismo, il coronavirus ha rallentato anche le attività dell’antidoping, messa in difficoltà dal lockdown. L’Agenzia Mondiale Antidoping aveva dovuto ammettere già a marzo la necessità di ridurre i test e i controlli e tanti ciclisti, tra cui Tom Dumoulin, Romain Bardet e Thibaut Pinot, avevano lamentato di non essere stato controllati e chiesto che i controlli riprendessero. A loro aveva risposto Ben Sandfort, membro della Wada, che aveva lasciato intendere che i test sarebbero tornati a pieno regime solo con un miglioramento della situazione sanitaria..

Una tesi che sembra essere supportata dalle dichiarazioni rilasciate da David Lappartient all’agenzia spagnola EFE, in cui veniva dichiarato che i controlli sono diminuiti del 95% rispetto a una situazione di normalità. Il presidente dell’UCI, però, ha voluto anche sottolineare che si stanno svolgendo varie riunioni con la Fondazione Anti-Doping del ciclismo (CAFD) per poter tornare ai controlli prima possibile, specificando che comunque il passaporto biologico sarà utile per valutare i dati tra l’inizio e la fine del confinamento e verificare eventuali casi sospetti.

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